Escher, Vincolo d'unione (1956) |
NOTIZIE SULL'AUTORE:
Maurits Cornelis Escher (1898 – 1972) fu un incisore e grafico olandese conosciuto principalmente per le sue litografie ed incisioni che rimandano a motivi geometrici che cambiano continuamente movimento nel quadro stesso. La prospettiva e la percezione della prospettiva spesso incanalate in evoluzioni tridimensionali raffigurano oggetti impossibili.Il pittore grazie all’uso di figure geometriche riesce a mettere in relazione sia l’aspetto puramente matematico che si rifà alla teoria che il mondo, la natura e la realtà siano costitute da numeri ed operazione numeriche, sia l’aspetto puramente artistico e quindi metafisico dell’infinito.
ANALISI DELL'OPERA:
Il quadro “Vincolo d’unione” è costituito da due spirali che confluiscono l’una nell’altra rappresentando, a sinistra, la testa di una donna e a destra quella di un uomo. Questi, come un nastro senza fine, con le fronti congiunte, formano una doppia unità riuscendo a sconfiggere il paradigmatica prima religioso, poi artistico di come si sia passati dall’Uno al due. L’effetto tridimensionale viene intensificato in questo caso da alcune sfere che fluttuano davanti, dietro e all’interno dei visi vuoti come se l’uomo fosse al centro dell’universo riprendendo il pensiero filosofico di Protagora: “L’uomo è misura di tutte le cose”.
http://anatrallimone.blogspot.com/2014/01/vincolo-dunione.html
Anche in altre opere, in cui ci è impossibile trovare una conclusione al moto che ci impone su se stesso il nodo riavvolto, alludono al tentativo umano di ingabbiare l’infinito, cosa che sembra poterci riuscire non tanto con i nodi, in cui si avverte l’inganno che si sta perpetrando ai danni di se stessi, quanto nella serena e placida surrealtà dell’amore in quest'opera.
https://lettereatheo.wordpress.com/2012/07/19/escher-chi-si-meraviglia-di-qualcosa-si-rende-consapevole-di-questa-meraviglia/
La realtà, con Escher, si fa fluida, eterogenea ed eterodossa. Un labirinto, per dirla con Borges, ma anche una possibilità. Perché è, sì, inafferrabile. Ma, nel fondo, unitaria, oltre la dicotomia dei segmenti, più esposta all’intuizione o alla visione fantastica, piuttosto che alla speculazione razionale. Come dimostrano Metamorfosi (1968) o Vincolo d’unione (1956) dove ogni forma si annida nell’altra, per partogenesi.https://www.alfabeta2.it/2013/11/28/le-geometrie-impossibili-di-escher/
Escher e la matematica:
Animazione di una spirale logaritmica |
Escher con le sue opere si è fatto cantore di un mondo governato da armonie di tipo geometrico e matematico. «Mi sento spesso più vicino ai matematici che ai miei colleghi artisti» ammise Escher una volta, pienamente consapevole di come due mondi apparentemente distantissimi, come quelli dell'arte e della matematica, riuscissero nei suoi disegni a fondersi in un'euritmico equilibrio. Gli anni in cui Escher approfondiva la propria maturazione artistica, in effetti, furono segnati da un profondo risveglio di fermenti culturali, decollati grazie allo slancio fornito dalle scoperte di Heisenberg ed Einstein, dalle esperienze estetiche del Surrealismo e del Cubismo, dai teoremi di Gödel e dai lavori di Poincarè e Turing. Si era dunque affermata una scienza che, se da una parte forniva all'uomo gli strumenti per conoscere e, dunque, dominare la Natura, dall'altra veicolava anche profonde inquietudini e insicurezze che, come ebbe modo di asserire lo stesso Escher, aprivano inesorabilmente pericolosi «sensi di vuoto».
Un cubo di pirite. |
« Molto prima che questa terra fosse abitata da esseri umani, nella crosta terrestre crescevano già i cristalli » (Maurits Cornelis Escher)
https://it.wikipedia.org/wiki/Maurits_Cornelis_Escher#cite_note-18
Fonti:
Post ricco di spunti e informazioni. Unico punto debole: la formattazione dei caratteri e delle interlinee.
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