giovedì 7 giugno 2018

Le sfere di Arnaldo Pomodoro


Le sfere di

Arnaldo Pomodoro

Durante un'intervista rilasciata nel 1964 a Mila Pistoi, Arnaldo Pomodoro dichiara: 

"Ecco ciò che mi muove a fare le sfere: rompere queste forme perfette e magiche per scoprirne le fermentazioni interne, misteriose e viventi, mostruose e pure. Nello stesso atto, mi libero di una forma assoluta. La distruggo, ma insieme la moltiplico. L’opera così possiede, secondo me, la sua migliore continuità: che non risponde semplicemente a un consumo, ma risponde piuttosto a un bisogno di scoperta che è in tutti e che in tutti è insoddisfatto dalla meccanicità industriale."




                                                        Chi è Arnaldo Pomodoro?
                                                                               
Arnaldo Pomodoro è considerato uno dei più grandi scultori contemporanei italiani, molto noto ed apprezzato anche all'estero.È famoso soprattutto per le particolari sfere di bronzo, il materiale che predilige per le sue opere, che si scompongono, si "rompono" e si aprono davanti allo spettatore, che è portato alla ricerca ed alla scoperta del meccanismo interno, in un contrasto tra la levigatezza perfetta della forma e la complessità nascosta dell'interno.  Lentamente il suo linguaggio caratteristico, informale, si va evolvendo adattandosi di volta in volta alle caratteristiche del materiale usato: prima l'oro e l'argento, per dei monili, poi il ferro, il legno, il cemento e il bronzo, che diverrà la sua materia base per opere di piccole dimensioni e per le sculture monumentali che lo hanno reso celebre.Nel 1961 e 1962, facendo parte con Lucio Fontana e altri del gruppo informale "Continuità", grazie al quale raffinò una propria cifra stilistica, espresse la propria arte nell'equilibrio tra le geometrie esterne e i meccanismi interni delle sue opere monumentali, più adatte alle sue capacità espressive di quelle di dimensioni ridotte, che non gli permettono di indagare all'interno del soggetto rappresentato. Le sue opere sono presenti in città quali Sorrento, Rimini, Pesaro, Genova, Roma, Milano, Terni, Torino, Tivoli, Belluno, Copenaghen, Brisbane, Dublino (di fronte al famoso Trinity College), Los Angeles, oltre a figurare al Mills College in California, nel Cortile della Pigna dei Musei Vaticani, nei maggiori musei mondiali e all'ONU . 



 Nel caso di Arnaldo Pomodoro la scultura si porta dentro un'aspirazione e un destino di libertà. Fin dagli esordi le sue opere, i primi rilievi, celebrano una creatività di artigianato spontaneo e fantastico che rivela una gioia e una forza vitali, intrise, però, di una sacralità arcaica. L'alfabeto d'impronta cuneiforme all'origine della poetica espressiva di Pomodoro si concretizza in una dimensione in cui lo spazio del vissuto e la memoria si mescolano.
 Il segno plastico di Pomodoro è componente di un linguaggio che ha in sé potenzialità indefinite e indefinibili, che vuole prescindere dalle cose così come appaiono per giungere a una profondità che a volte è poco oltre l'immediato e che riassume e concentra in sé tutta l'essenza della realtà. Il fare artistico diventa creazione, creazione come in Klee di "forme e spazi" che vengono prodotti in "proporzioni scelte" con ricchezza d'invenzione secondo una minuscola e preziosa tessitura in sintonia con il ritmo interno delle proprie pulsioni. L'artista dunque, come un demiurgo, ha la facoltà di "generare" il reale e di farlo in forme nuove, in forme che vanno oltre l'ovvietà dell'apparente e del conosciuto per raggiungere nuovi accenti di poesia e di vita. Come cita lo stesso Pomodoro :"Nella mia scultura, dentro la forma del mondo di oggi ho messo la forma della “città ideale” com’era pensata già dagli artisti del Rinascimento italiano. In questo, c’è la mia speranza o il mio sogno, come di tanti altri cittadini del mondo"

Le opere di Pomodoro, ed in particolare le sfere, sono sparse per il mondo:
                                                                                                                   

    bronzo,1963
    120 cm
  • Sfera n. 1 è la prima di una serie di operazioni inventive compiute da Arnaldo Pomodoro sulla forma della sfera, fra le quali è compresa la monumentale Sfera grande realizzata per il padiglione italiano all’Expo di Montreal del 1967, ora collocata di fronte alla Farnesina a Roma. Un esemplare di quest'opera si trova nella Collezione del Museum of Modern Art di New York. Nel 2004, quando il MoMA è stato rinnovato, nel suo articolo "The invible Cathedral" John Updike ricordava con nostalgia quando l'opera era esposta nel "vecchio" ingresso del museo.

                           

    bronzo, 1963
    100 cm
  • Sfera con sfera: Se, come dichiara Arnaldo Pomodoro, il senso generale dell'operazione inventiva compiuta sulla forma della sfera è quello di "rompere queste forme perfette e magiche per scoprirne (cercarne, trovarne) le fermentazioni interne, misteriose e viventi, mostruose e pure", nel caso specifico di quest'opera, la sfera comprende al suo interno una sfera ulteriore di proporzioni minori che può essere letta come idea di nascita e di rinnovamento. Come dice Sam Hunter la Sfera con Sfera si colloca di fronte al Palazzo delle Nazioni Unite in modo perfetto, poiché riflette e raccorda le antitetiche pulsioni del contesto ambientale con la sua complessa forza immaginativa, che può essere letta come organica, e cioé umana, oppure come orientata in senso tecnologico per quelle sue forme interne così simili a un ingranaggio
                                                                                     

    bronzo, 1965
    80 cm
  • Sfera n. 5: La superficie lucida di bronzo riflette ciò che c’è intorno, restituendo una percezione dello spazio diversa da quello reale, e creando contrasti tali che a volte la forma si trasforma e non appare più: resta invece il suo interno, La superficie levigata nasconde al suo interno l'oscurità dei suoi ingranaggi, così geometrici e 'selvaggi'. Una lotta tra interiorità ed esteriorità, tra razionale e irrazionale. Quest'opera va ammirata, osservata, e perché no, ricondotta un po' a noi stessi. Perché alla fine ogni opera d'arte racconta l'uomo.

                         

           
         bronzo, 1966
          60 cm
  • Sfera con perforazione: Nel 1974, in un'intervista con Sam Hunter, Arnaldo Pomodoro dichiara: "La mia erosione, i miei scavi, sono incertezze concrete... le superfici smangiate sono dovute soprattutto al fatto che voglio analizzare l'energia che si trova all'interno di una forma. [...] Ma la superficie è anche sensuale, attraente, perché credo che i riflessi della luce abbiano molta importanza. Durante il giorno, alla luce del sole, o all'ombra, le sculture davvero cambiano e vivono".tormentato e corroso, pieno di denti e di grovigli.


               
    fiberglass, 1996-2000
    550 cm
  • La Sfera di San Leo, qui nella versione in fiberglass bianco, è molto diversa dalle precedenti sfere di Pomodoro. L’intera superficie della sfera è segnata con frecce, denti, crepe e sembra che l’erosione che ne divorava l’interno abbia raggiunto anche l’esterno in modo minaccioso e terribile, lasciando però emergere una piccola sfera tutta lucida che rimanda all’idea di nascita e rinnovamento



                                                                           
                                     Nella sua arte, dunque:
 domina un rigoroso "spirito geometrico", per cui ogni forma tende all'essenzialità volumetrica della sfera, del cubo, del cilindro, del cono, del parallelepipedo e di altri solidi euclidei perfetti, nettamente tagliati, le cui ripetizioni in schiere o segmenti, rettilinei o circolari, sono paragonabili alla successione delle note in una composizione musicale, o ad ingranaggi di macchinari nascosti all'interno dei massicci contenitori, resi parzialmente visibili dalle spaccature e dai tagli che rompono le superfici levigate esterne. La coerenza nell'associazione delle strutture interne alla monumentalità esteriore delle opere di grandi dimensioni dà vita all'opera di Pomodoro.Lo spazio esterno non esiste: tutto si svolge all'interno, nelle "viscere" racchiuse dalle pareti lisce e lucenti, da nitidi volumi, perfettamente delineati


Fonti:


1 commento:

  1. Molto interessante! Il lavoro però è carente nella parte propriamente geometrica.

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