Le piramidi egizie sono costruzioni architettoniche in forma di solido geometrico costituito da un poliedro individuato da una faccia poligonale detta base, normalmente di forma quadrata, e da un vertice, che non giace sul piano della base indicato come apice, o vertice, della piramide.
Si ritiene, benché in nessuna di quelle note siano state trovate tracce comprovanti tale utilizzo (corpi o corredi funebri), si trattasse di costruzioni facenti parte di un più ampio complesso funerario per sovrani dell'antico Egitto.
Il termine piramide deriva dalla parola greca pyramis (πυραμίς) assegnato ad un tipico dolce di farro e miele, di forma appuntita (conica o vagamente piramidale) che i mercenari greci presentavano come offerta funebre ai commilitoni morti.
E' tuttavia verosimile che la scelta di tale termine sia derivata dall'assonanza della parola greca con quella egizia per-em-us, letteralmente "ciò che va in alto", che nel papiro matematico Rhind indica l’altezza del solido
Il termine piramide deriva dalla parola greca pyramis (πυραμίς) assegnato ad un tipico dolce di farro e miele, di forma appuntita (conica o vagamente piramidale) che i mercenari greci presentavano come offerta funebre ai commilitoni morti.
E' tuttavia verosimile che la scelta di tale termine sia derivata dall'assonanza della parola greca con quella egizia per-em-us, letteralmente "ciò che va in alto", che nel papiro matematico Rhind indica l’altezza del solido
I cadaveri sono generalmente deposti in posizione fetale, coricati su un fianco, in fosse rotonde oppure ovali che ricordano la planimetria delle abitazioni, scavate nella terra, talvolta foderate di stuoie.
Già a partire dalla prima metà del neolitico, tuttavia, si avverte il bisogno di riparare il morto dalla sabbia di cui veniva riempita la fossa, nonché, superiormente, dalle incursioni di animali predatori: per la prima bisogna si giungerà all'uso di vere e proprie ceste in vimini, giunco, pelle, tessuti in lino, in cui il cadavere veniva rinchiuso; anche superiormente vengono apposte stuoie come tettoia talvolta cementate con fango, mentre la parte esposta della sepoltura veniva ricoperta di brecciame e pietre che costituivano anche visibile segnacolo per il ritrovamento della sepoltura stessa.
Già a partire dalla prima metà del neolitico, tuttavia, si avverte il bisogno di riparare il morto dalla sabbia di cui veniva riempita la fossa, nonché, superiormente, dalle incursioni di animali predatori: per la prima bisogna si giungerà all'uso di vere e proprie ceste in vimini, giunco, pelle, tessuti in lino, in cui il cadavere veniva rinchiuso; anche superiormente vengono apposte stuoie come tettoia talvolta cementate con fango, mentre la parte esposta della sepoltura veniva ricoperta di brecciame e pietre che costituivano anche visibile segnacolo per il ritrovamento della sepoltura stessa.
la piramide principale;
- una o più piramidi satelliti;
- una o più piramidi secondarie, o "della regina";
- un tempio funerario dedicato al culto del sovrano defunto;
- un tempio a valle, o "dell’accoglienza", dove avvenivano i riti connessi con l’imbalsamazione del re;
- una rampa processionale, o "cerimoniale", che univa i due templi e lungo la quale si snodava il percorso funerario e rappresentava l’ascesa dalla vita terrena alla Duat.
La piramide è un solido limitato da un poligono qualunque e da tanti triangoli quanti sono i lati del poligono aventi tutti un vertice in comune.
Il poligono si dice base. I triangoli prendono il nome di facce laterali.
Bibliografia:
Ottima la parte storica e artistica, buono l'approfondimento geometrico.
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